L'INTERVISTA
Castelletti: civica? No, indipendente dai partiti
(a.t.) Non si definisce civica, ma
indipendente. Perché, chiarisce con tono deciso, “ormai le civiche
vengon giù dal rubinetto”. E poi di mezzo ci sarebbe anche la biografia,
pubblicata per intero sul suo frequentato blog. Prima di “rinascere”,
infatti, Laura Castelletti ha bazzicato a lungo le stanze della
politica. A 24 anni è stata eletta segretario provinciale del movimento
giovanile del Psi, a 29 è entrata in Loggia per la prima volta come
consigliere. E nelle legislature successive - tranne una pausa di due
anni - ha sempre centrato la rielezione. La svolta nel 2008, quando - al
termine dell'esperienza Corsini, vissuta da presidente del consiglio
comunale - ha deciso di abbandonare l'ex strada socialista e di
candidarsi a sindaco in alternativa a Del Bono e Paroli. “Da
indipendente”, insomma. Ma senza imbarazzo nei confronti del passato.
Perché l'importante - sembra dire anche lei - non è, freudianamente, da
dove si viene. Bensì, per parafrasare Jung, dove si vuole andare. E
quello la Castelletti, a 50 anni, sembra averlo ben chiaro: “Voglio
diventare il sindaco di Brescia”, spiega, “e se non dovessi farcela
stavolta non mi candiderò più: ho tanti interessi e continuerò comunque a
far politica con Brescia per passione”.
Ma se diventasse sindaco quale sarebbe il suo primo atto?
Partirei
dalla bonifica dell'area Caffaro. E nominerei subito una “sentinella
dell'ambiente” con il compito di reperire risorse a livello nazionale ed
europeo. Ma la delega all'Ambiente la terrei per me, perché la forza
politica del sindaco - in giunta e fuori - è ben diversa da quella di un
assessore.
Cosa cancellerebbe subito di quanto fatto da Paroli?
Rinuncerei
alla cosiddetta sede unica e destinerei gli oneri di urbanizzazione
degli ex Magazzini generali all'edilizia scolastica. Molti istituti,
oggi, sono in condizioni precarie.
E la giunta? Salverebbe qualche assessore?
Non sono stati all'altezza del compito: li cambierei tutti.
Se invece non dovesse nemmeno arrivare al ballottaggio che farebbe?
Me
ne preoccuperò al momento opportuno. Di certo non sono contraria
aprioristicamente al confronto: non mi interessa fare opposizione a vita
e sono pronta a governare con chi condivide con noi idealità e scelte
concrete.
Lei non si è alleata né con Del Bono, né Paroli. Sono quindi la stessa cosa per lei?
Sì,
nel senso che punto a batterli entrambi. Ed oggi, con tutto quello che
sta accadendo, non è scontato che ciò non possa avvenire.
Ma lei non era di sinistra? I suoi ex alleati la accusano di eccessiva disinvoltura.
Non
capisco come possa criticarmi chi per mesi ha fatto campagna elettorale
contro Berlusconi e poi, a Roma, ha scelto di allearsi con lui. Io,
come noto, ho sempre rifiutato e proposte di Pd e Pdl, perché non mi
offrivano garanzie adeguate di affidabilità e di programma. Nessuno, in
questa città, può muovermi obiezioni sulla questione alleanze.
Alle
primarie nazionali del Pd, però, lei ha dato indicazione di votare
Renzi. Mentre a quelle bresciane non ha nemmeno partecipato.
Mi
sono esposta perché credevo che Renzi potesse davvero imprimere una
svolta alla politica italiana. Ma quanto accaduto poi dimostra che le
primarie non sono la soluzione ai problemi di democrazia interna e
rappresentatività dei partiti, bensì un'occasione di scontro ideologico
tra diverse fazioni.
Altra accusa che le muovono è quella di non aver mai rotto il cordone ombelicale con Ettore Fermi.
Il
retropensiero di queste accuse è che, in quanto donna, sarei
telecomandata. E mi dà molto fastidio. Con Fermi ho fatto un lungo
percorso politico, ma oggi le nostre strade sono per molti aspetti
diverse e ho preso anche decisioni che lui non ha condiviso, come quella
di rifiutare l'offerta di entrare nella giunta Paroli. Sia chiaro: a 50
anni non prendo ordini da nessuno.
Torniamo
ai temi concreti. Lei, in questa legislatura, si è occupata soprattutto
di mobilità sostenibile e ambiente. Dove si trovano i soldi per
bonificare la città e sostenere la metro?
Abbiamo
lavorato anche molto sul tema della partecipazione, come testimonia la
proposta dell'Urban center. Comunque, per restare alla domanda, i soldi
vanno recuperati su più fronti. Ad esempio è necessario riorganizzare la
macchina comunale, che funziona ancora come all'epoca di Boni
nonostante i numeri del bilancio siano ben diversi. Ma soprattutto
bisogna cambiare prospettiva: fino a oggi ci siamo occupati di reperire
risorse all'interno, ora dobbiamo imparare a raccoglierle fuori,
collaborando con il privato e le altre istituzioni. Per la metro, poi, è
necessario che il neoministro Lupi si impegni a chiudere il percorso
economico e che la Loggia trovi nuovi fondi per integrarla meglio con il
sistema dei bus e con la Brescia-Iseo-Edolo.
A Paroli molti riconoscono il merito di aver rivitalizzato il centro storico. Ma lei non sembra molto d'accordo...
La
giunta si è mossa in modo molto scomposto. Prima ha riempito il centro
di auto, poi si è ravveduta improvvisamente e ha imboccato la strada
della pedonalizzazione delle piazze. Inoltre ha preso la sciagurata
decisione di mandar via la Cattolica dal cuore della città. E nel
frattempo molte zone, come Corso Martiri, versano in stato di totale
abbandono.
Da Brescia a Roma. Se fosse stata in Parlamento qualche settimana fa chi avrebbe votato come presidente della Repubblica?
Avrei
scelto Annamaria Cancellieri, donna con grandi capacità e senso dello
Stato. Ma a un certo punto - a causa del fallimento del percorso
indicato da Bersani - la scelta di Napolitano è diventata inevitabile.
Che pensa invece del governo Letta?
Oggi
è forse l'unica soluzione. Ma mi fa un certo effetto vedere il Pd
alleato a Berlusconi. Se lo fanno loro sono salvatori della patria,
mentre gli altri - se anche solo pensano di compiere la stessa scelta -
sono traditori. Non mi piace chi si arroga il diritto di attribuire la
patente della moralità agli altri e non la usa mai su se stesso.
Se si votasse domani chi vorrebbe come premier?
Non ho riferimenti nazionali, ma mi piacerebbe toccasse a Renzi. Spero che non mi deluda anche lui.
Concludiamo giocando. Chi butta dalla torre tra Corsini e Del Bono?
Corsini. Oggi è un grande alleato di Del Bono, ma fino ai ieri mi spiegava come buttarlo dalla torre.
Tra Laura Gamba e Francesco Onofri?
Salvo la Gamba, sarei curiosa di vederla all'opera.
Renzi o Craxi?
Tengo entrambi. Craxi fu un grande innovatore del passato, Renzi lo è oggi.
Grillo o Berlusconi?
Giù tutti e due: demagogia all'ennesima potenza.
Un pregio e un difetto di Laura Castelletti.
So mettere in rete e valorizzare i talenti, credo. Ma sono un po' permalosa.
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