dal Corriere della sera
la Corte dei conti ha bacchettato la Loggia per troppe partecipazioni
Una selva di controllate, scatta il valzer delle nomine
Paroli fino ad ora ne ha fatte 144, scadenze importanti per il futuro sindaco
Ma soprattutto, in tempi di spending review, si ripropone il tema della riorganizzazione della «holding» comunale. Tra società controllate (6), partecipate (14), enti e fondazioni (12) la Loggia è presente direttamente in una trentina di realtà.Ma se ci mettiamo anche le presenze indirette (basti pensare alle società della mobilità, come Brescia Trasporti e Sintesi) i numeri salgono esponenzialmente. Nei mesi scorsi sono stati diffusi i dati della Corte dei Conti che ha bacchettato la Loggia per le «troppe» società in cui è presente, ben 103. Nei suoi cinque anni da primo cittadino, Paroli ha fatto (finora) 144 nomine, comprese le eventuali riconferme. Le società sono una «risorsa» che offre servizi alla città, si è detto in questi anni. Ma che il tema di una riorganizzazione vada affrontato, non è un segreto. «Sarà avviato uno studio finalizzato alla razionalizzazione delle partecipazioni, con l'obiettivo di favorire sinergie, migliore gestione dei servizi pubblici locali e riduzione dei costi operativi a carico della collettività» si legge nelle linee programmatiche dell'amministrazione, ancora oggi consultabili sul sito della Loggia.
Qualcosa, va detto, è stato fatto. Molte indennità sono state tagliate, ad iniziare da quelle di A2A, dove un anno fa, in occasione del rinnovo delle cariche, la sforbiciata è stata del 30%. Stesso meccanismo, ma con ben altri compensi, a Brescia Mobilità. Molti cda lavorano senza ricevere alcun compenso, per esempio Brescia Solidale. C'è anche chi ha rinunciato alla propria indennità, come i rappresentanti della Lega in Sintesi e Brescia Trasporti. Comunque sia, tenendo conto solo delle partecipate «dirette», nel 2012 per le poltrone degli amministratori nominati dal Comune se ne sono andati più di 900mila euro. Cifra in difetto, che non tiene conto per esempio dei gettoni di presenza o dei collegi sindacali.
Un aiuto a contenere costi e poltrone, è arrivato la scorsa estate con il decreto noto come spending review. L'articolo 4 prevede una riorganizzazione dei cda delle controllate, che - al momento del rinnovo - non dovranno avere più di tre o in alcuni casi cinque membri. E la maggioranza dovrà essere rappresentata da dirigenti comunali, la cui indennità verrà poi rigirata all'amministrazione. In pratica sarà un incarico a costo zero per la Loggia.
Sarà così per il rinnovo del San Filippo: nel 2010 il sindaco Paroli nominò un cda da 5 membri tutto «politico»; nell'assemblea del prossimo 10 maggio, tre poltrone dovranno essere assegnate a «tecnici», mentre i politici resteranno in due (probabile la conferma di Massenza alla presidenza). Anche il cda di Brescia Infrastrutture, se e quando sarà nominato (finora amministratore unico è il direttore generale del Comune Alessandro Triboldi), vedrà un presidente «politico» (il sindaco punta su Andrea Gervasi, ma non tutti ne sono convinti) e due dirigenti comunali. Le nomine per il 2013 riguardano una quindicina di società, da Farcom (Cavalieri confermato presidente) alla deputazione del Grande, fino ad arrivare alla Fondazione ai Caduti dell'Adamello. Al prossimo sindaco, nel 2014, toccherà invece qualche nomina di peso in più: Ortomercato, Centropadane (sempre che nel frattempo non sia stata venduta) e la Fondazione Brescia Musei.
Ma il grosso sarà nel 2015, quando toccherà a Brescia Mobilità e alla Centrale del Latte, ma soprattutto ad A2A. Di cui, nel frattempo, nascerà il cda del polo ambientale. Speriamo che almeno si metta fine al duale.
4 maggio 2013 | 11:09© RIPRODUZIONE RISERVATA
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