sabato, luglio 15, 2006

poesia a Mari

Nella sua fiamma mortale la luce ti avvolge
Assorta, pallida dolente, eretta davanti
alle vecchie spire del crepuscolo
che ti girano attorno.

Muta, amica mia,
solo in questa solitaria ora di morte
è colma di tutte le vite del fuoco,
pura erede del giorno distratto.

Un grappolo di sole cade sulla tua veste scura.
Grandi radici notturne
improvvise ti salgono dall'anima
e quant'era in te occulto raffiora
si che un popolo pallido e azzurro
si nutre di te, appena nato.

O grandiosa e feconda e magnetica schiava
del cerchio che avvicenda il nero all'oro:
in piedi, rappresenta una creazione così viva
che muoiono i suoi fiori e colma è di tristezza.

(Pablo Neruda)


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