Il parcheggio è un opera irreversibile che costerà alla comunità non meno di 23 milioni di euro e che difronte all’imminente apertura della metropolitana leggera, che collegherà i quartieri nord della città al centro, la stessa asse che il parcheggio promette di coprire, non trova una sua giustificazione.
Non agevolerà neanche i residenti del
centro storico che hanno invece bisogno di parcheggi diffusi e garantiti
dalla sosta abusiva. Ma ciò che è in discussione è l’idea stessa della
Brescia di domani. Se si guarda ad una visione di città nuova, moderna e
più vivibile in tutti i sensi, come dimostrerebbe l’adesione da parte
di questa giunta al programma del Patto dei Sindaci e delle Smart
Cities, la sua inutilità appare evidente. Mentre gli amministratori più
innovativi di tutta europa adottano politiche di road pricing,
sperimentano Low Emission Zone, quartieri Car Free, edifici di 87 piani
con solo 48 posti auto, si fatica a credere che una città con memo di
200.000 abitanti, e un centro percorribile in bici in soli dieci minuti,
possa ritenere strategica un’opera di tali dimensioni. Per questo
progetto non è stato fornito alcuno studio serio sul fabbisogno, natura e
dimensionamento. Non si sa quale sia la provenienza delle auto attese,
quale sia la domanda ipotizzabile di sosta a pagamento. Nessuno studio
degli effetti sul traffico, della pressione sulla viabilità (Via
Crocefissa di Rosa vedrà probabilmente aumentare il carico veicolare,
soprattutto di sabato), sulla qualità dell’aria e sul futuro
funzionamento di Fossa Bagni. Non vi è alcun ragionamento di
compatibilità con i numeri della metropolitana che, per far tornare i
conti, ha bisogno di passeggeri in più rispetto agli attuali già
trasportati con gli autobus. Difficile incoraggiare l’uso della
metropolitana se si sceglie di costruire un parcheggio in centro, non si
possono poi fare politiche di limitazione del traffico perché quella
infrastruttura va usata il più possibile affinché l’investimento venga
ripagato. il piano economico appare più come un prospetto semplificato
degli incassi previsti, senza un ragionamento articolato e realistico
sull’impatto del finanziamento e del debito.
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