martedì, maggio 07, 2013

Progetto Urbano e l'ambiente

cartolinaPU-Ambiente

Crediamo che la prima grande opera sulla quale intervenire sia quella del risanamento ambientale e della riqualificazione del territorio. Non ci piace ragionare sulle grandi opere che lasceremo ai posteri (parcheggio, stadio, sede unica, ecc.) ma sulle priorità e i bisogni della nostra città e di chi la vive quotidianamente. Questo sarà il primo grande capitolo che affronteremo nel programma.
Brescia porta con sé una pesante eredità industriale ed economica che ha prodotto lavoro e ricchezza ma ha anche provocato danni importanti, forse irreversibili, al suo sistema vitale. L’acqua, il suolo e l’aria sono compromessi, con seri rischi per la salute umana, e da essi dobbiamo ripartire per migliorare la qualità della nostra vita e quella delle future generazioni.

COOPERAZIONE E TRASPARENZA


Crediamo anche che i problemi attuali e le relative soluzioni si possano affrontare solo attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, dei loro rappresentanti, in una sorta di cooperazione aperta e onesta con tutte le forze politiche e sociali del territorio, attraverso l’attuazione di politiche ambientali capaci di sviluppare una strategia di lungo termine per una crescita verde e sostenibile, riducendo il rilascio di inquinanti con target certi (nell’aria, nell’acqua e nel suolo) e aumentando la sicurezza urbana.
Cooperazione attuabile solo attraverso la trasparenza dell’operato dell’Amministrazione con la pubblicazione e la sintesi comprensibile di tutti gli atti ambientali della stessa (come anche previsto dal recentissimo D.Lgs. 33/2013 entrato in vigore il 20 aprile).
Per le proposte programmatiche facciamo riferimento, come documento di consultazione, al Documento per gli Stati Generali sull’Ambiente per la città di Brescia redatto dalla Consulta per l’Ambiente del Comune perché il contributo di tanti, comitati, associazioni e semplici cittadini rimanga patrimonio comune e sia premessa per una cooperazione diversa, più articolata e duratura, con la futura amministrazione su obiettivi e azioni condivise.

CONSULTA AMBIENTE

La consulta per l’ambiente è stato in questi anni un contenitore ed un rilancio di partecipazione, in quanto è riuscita ad aprire oltre che alle associazioni storiche anche ai comitati informali, che hanno vivacizzato le strade della nostra città e provocato una forte avanzamento della sensibilità ambientale dei nostri concittadini.
La nostra ipotesi di un consiglio comunale interamente dedicato all’ambiente che la giunta attuale non ha poi avuto la capacità di realizzare, ha però provocato l’esperienza  delle sei commissioni tematiche sull’ambiente dell’estate 2012, dove i cittadini organizzati in associazioni sostenuti dalla consulta hanno potuto narrare  la loro esperienza direttamente ai consiglieri.
Questo evento può essere preso come spunto per indicare un nuovo metodo di lavoro, che vada nella direzione di potenziare la capacità di ascolto dei consiglieri e nello stesso tempo rilanci una seria interlocuzione istituzionale, a tutt’oggi non ancora intrapresa.
In una situazione così delicata per l’ambiente a Brescia lo strumento Consulta dovrà essere potenziato e valorizzato, soprattutto nella sua possibilità di far da cerniera tra gli enti preposti al governo e i cittadini.
Per dare cogenza al lavoro della consulta e sfruttarne le sue potenzialità occorrerebbe introdurre l’obbligo di una sua partecipazione nelle conferenze di servizio, e cioè dove gli enti prendono delicate decisioni  rispetto a siti o infrastrutture impattanti sul territorio.
Così facendo si potrebbero evitare scontri ideologici, dare evidenza all’azione delle istituzioni e far maturare in tutti un senso di coesione sociale.
La concertazione tra  cittadini e istituzioni sulla trasformazione del territorio deve passare dai luoghi della partecipazione che occorrerà impegnarsi per creare.
Partecipazione che dovrebbe puntare, laddove possibile, ad una vera progettazione partecipata che è la soluzione migliore per far riacquisire la fiducia nelle istituzioni.
La consulta potrebbe lavorare all’interno di un progetto di URBAN CENTER di Brescia.
Avanziamo inoltre la proposta di istituire la figura del difensore ambientale. Un “amico” dei cittadini, garante dell’imparzialità, della legalità, della trasparenza delle attività del Comune e delle sue società partecipate. Con potere effettivo di segnalare eventuali abusi, disfunzioni, carenze e ritardi nei confronti dei cittadini. Una figura capace di mediare le controversie che possono sorgere tra cittadini e uffici comunali, favorendo il dialogo e la comunicazione tra cittadino e Amministrazione. In ultimo un difensore dei diritti e degli interessi di cittadini.

PROPOSTE PROGRAMMATICHE

Le criticità ambientali sono numerose ma poniamo la nostra attenzione soprattutto su alcune, considerate prioritarie.
Brescia ha industrie pesanti e quindi fortemente energivore. Il comparto siderurgico e cuproleghe ha avviato un percorso di riduzione delle emissioni (Osservatorio provinciale AIB-RAMET) che può ancora essere migliorato, a differenza di altri settori sui quali gli enti competenti non sono stati in grado di intervenire quali traffico, residenziale ed agricoltura. Ciascun settore produce sostanze che compromettono nel lungo periodo la salute pubblica e provocano malattie respiratorie e tumori, nonché il rischio di contaminazione dei prodotti alimentari e del nostro paesaggio.
Manca un’analisi complessiva della città per affrontare la sfida del risanamento e recuperare il dialogo con i quartieri. Manca un progetto – che coinvolga istituzioni, scuole, cittadini, aziende interessate ed enti di controllo – che abbia un approccio globale alle criticità ambientali, che con adeguati strumenti (su basi tecniche e scientifiche) sia in grado di suggerire il modo più concreto ed efficace per adottare scelte sostenibili e utili al benessere dell’ambiente e dei cittadini.
La nostra proposta è articolata in macro-aree.

ARIA (siti industriali)

  • impianto A2A di trattamento termico dei rifiuti
PROBLEMA/RISCHIO: emissioni in atmosfera (diossine, pcb); emissioni di ossidi di azoto precursori di PM10 e PM2,5; possibile insorgenza di malattie respiratorie, tumori e deposizioni su alimenti.
PROPOSTA: L’obiettivo è una generale riduzione delle combustioni attraverso l’adozione di innovazioni tecnologiche e di scelte sostenibili nella gestione dei rifiuti. Per definire “misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana prevenendo o riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, riducendo gli impatti complessivi dell’uso delle risorse e migliorandone l’efficacia», come descritto nella direttiva europea, recepita in Italia, è prioritaria la prevenzione dei rifiuti e «il riutilizzo e il riciclaggio dovrebbero preferirsi alla valorizzazione energetica dei rifiuti», in quanto rappresentano la migliore opzione ecologica. Si propone la bacinizzazione alla sola provincia di Brescia del sistema di gestione dei rifiuti, con progressivo ridimensionamento delle 800.000 tonnellate attualmente trattate, nel rispetto del patto coi cittadini del 1993 che prevedeva 266.000 t/anno. Fondamentale è l’attivazione di un nuovo sistema di raccolta differenziata spinta associato alla contabilizzazione puntuale del rifiuto effettivamente prodotto. Revisione del piano energetico sulla base del PAES (Piano d’Azione Energia Sostenibile) per un miglior utilizzo delle rinnovabili e una più mirata efficienza energetica di tutti gli edifici della città.
INIZIATIVE DI PROCESSO: monitoraggio continuo anche in fase di accensione, spegnimento e malfunzionamento, ottimizzazione e continuo miglioramento del processo e delle tecnologie di abbattimento degli inquinanti per garantire maggiore sicurezza. Recepimento delle indicazioni ARPA sui limiti previsti dall’Autorizzazione integrale ambientale (AIA) con progressiva diminuzione degli stessi.
  • impianto A2A di trattamento ceneri (previsto)
PROBLEMA/RISCHIO: problemi di smaltimento residui di processo (limo e solfato ammonico) e pericolosità del trattamento impiegante miscela idrogeno-aria.
PROPOSTA: una riduzione nella produzione dei rifiuti determina un contenimento nella produzione di ceneri da incenerimento.
In subordine trattamento delle ceneri in sito con impianto vincolato al reale fabbisogno (bacino max provinciale) e verificata efficacia del trattamento, evitando i rischi connessi al trasporto delle stesse all’esterno.
  • Alfa Acciai e Ori Martin
PROBLEMA/RISCHIO: Emissioni in atmosfera (diossine, pcb, metalli, polveri sottili), radioattività, odori, rumori/malattie respiratorie; rischi contaminazioni, tumori, molestie; consumo di verde con ampliamento (per la Ori Martin).
PROPOSTA: Riduzione costante e progressiva dei limiti di legge sulle emissioni migliorative dei limiti di legge (vedi accordo osservatorio provinciale Fonderie AIB-Ramet) con monitoraggio in continuo sui camini;  modifica dei parametri di legge introducendo il limite dei flussi di massa; controlli più rigorosi sui rottami in entrata. Riduzione delle emissioni; monitoraggio in continuo sui camini; riduzione dei rumori attraverso le migliori tecnologie attenendosi ai limiti più restrittivi confermati anche dalla interpretazione ministeriale (Ori Martin);  nuovo capannone (nel sito industriale) per stoccaggio materiale radioattivo(Alfa Acciai); completamento capannone per l’abbattimento dei fumi da sversamento scorie fusorie(Alfa Acciai); lavare i piazzali in continuo; riduzione complessiva delle combustioni derivanti dai forni fusori  e mantenimento delle operazioni a valle (laminatoio), agevolare la viabilità di accesso ai siti industriali; mitigazione piantumazione perimetrale (Ori Martin).
  • Polo logistico Italgros (previsto)
PROBLEMA/RISCHIO: Emissioni in atmosfera (polveri sottili, IPA – idrocarburi policiclici aromatici), rumore da traffico pesante. CONSUMO DI SUOLO: il nuovo polo logistico dovrebbe sorgere sulla cava/bitumificio Gaburri ATEg24 (all’interno del Parco delle Cave). La Gaburri (attività produttive di lavorazione di inerte sabbioso-ghiaioso) verrebbe trasferita dall’ ATEg24 all’ATEg25 adiacente al Parco delle Cave con il rischio della distruzione, attraverso tombamento, di una laghetto di cava rinaturalizzato (ex cava Pasotti) e di un boschetto censito nel PIF (Piano di Indirizzo Forestale).
PROPOSTA: NON realizzare. Laura Castelletti si è già espressa con votazione alla non realizzazione del polo logistico (http://www.lauracastelletti.it/?p=37334).

SUOLO (discariche)

  • ex cava Piccinelli:
PROBLEMA/RISCHIO: discarica abusiva con presenza di Cesio 137, materiale radioattivo/teli di copertura gravemente deteriorati, rischio inquinamento della falda, area non protetta all’accesso, rischio di contaminazione radioattiva del suolo.
PROPOSTA: realizzare messa in sicurezza fino alla bonifica. Monitoraggio costante della falda e del suolo, segnalare e rendere inaccessibile il sito.
  • Ve-part (via Buffalora)
PROBLEMA/RISCHO:  tracimazione percolato con tracce di cromo esavalente, radioattività  e  sostanze tossiche di varia natura. Pericolosità del corpo rifiuti elevato e non censito per carenza normativa passata. La discarica potrebbe aver contaminato la falda e i terreni circostanti.
PROPOSTA: far valere il principio di “Chi inquina paga” (interventi di sicurezza da parte del privato), studio per conoscere lo stato di salute della falda e terreni, costante informazione alla cittadinanza.
  • Discarica Castella, ex Gaburri (via SanBenedetto – Buffalora)
PROBLEMA/RISCHIO: inabitabilità del territorio (tutto il sud est di Brescia) da parte dei residenti per l’odore persistente dei rifiuti putrescibili depositati (vedi Vighizzolo di Montichiari). Possibile contaminazione delle acque per rilevato problema idraulico di protezione della falda.
Distruzione habitat nidificazione avifauna di pregio come il “Cavaliere d’Italia” avvistato proprio in questo sito.
PROPOSTA: Non realizzare la discarica e fare una valutazione dello stato complessivo dell’ambiente prima di ogni altro intervento che può pesantemente aggravare le condizioni di quest’area.

CAFFARO

PROBLEMA/RISCHIO. Falda: Inquinamento da tetracloruro di carbonio e in zona profonda anche da diossine PCB DDT mercurio arsenico e piombo. Suolo: terreno inquinato da PCB e diossine mercurio e arsenico.
PROPOSTA: Trasparenza sulle informazioni disponibili e chiarezza sui dati.
Bonifica del sito. Ricerca delle risorse, da finanziamenti e bandi di Fondazioni Bancarie, UE, Ministeri, partnership con Università/Privati. Dare precedenza a bonifiche mediante rimozione di almeno 0,5-1m di terra da giardini di asili e scuole, quindi bonifica delle rogge e bonifica dei parchi pubblici, che nell’attesa devono essere fisicamente recintati e ne deve essere impedito l’accesso.

TERRITORIO

  • Parco delle Cave, tre Ipotesi di progetto:
Cittadella dello sport
Rischi: costruzione stadio e centri commerciali ad alto impatto ambientale con sottrazione 1,5 mil mc al parco delle Cave; mancata rinaturalizzazione a spese del cavatore e consumo di suolo con cementificazione;
Bitumificio Gaburri
Rischi: consumo di suolo e cementificazione; distruzione bosco censito nel PIF (Piano di indirizzo forestale); distruzione habitat avifauna (es. Cavaliere d’Italia).
Polo Logistico Odoli (Gaburri)
Rischi: distruzione habitat avifauna; consumo e cementificazione del suolo; tombamento laghetto ex. Cava Pasotti già rinaturalizzata
PROPOSTA: Progettazione partecipata per realizzare il parco delle cave naturalistico, ludico e sportivo; impedire la realizzazione della cava Castella, polo logistico Italgros, bitumificio Gaburri; applicare convenzione con i cavatori per la rinaturalizzazione delle aree estrattive (cave); impedire ritombamento excava Pasotti. Immaginiamo il Parco della Cave come area risanata e fruibile liberamente, un grande polmone verde ricco di biodiversità e libero da nuove edificazioni. Un luogo di socialità e di svago tutelato da escavazioni, discariche ed impianti inquinanti.

ACQUE

  • Torrente Garza
PROBLEMA/RISCHIO:
Sedimi con inquinamento stratificato formatosi negli anni. Progetto ampliamento Systema Ambiente/rischio di incidente rilevante.
PROPOSTA: Verificare l’inquinamento e progettare le bonifiche dell’alveo. Systema-Ambiente: non realizzare il progetto di ampliamento.
  • Fiume Mella
PROBLEMA/RISCHIO: assenza trattamento acque civili e industriali dalla Valletrompia/contaminazione da metalli pesanti e cromo esavalente.
PROPOSTA: collaborazione sovracomunale e stimolo alla Provincia per la realizzazione del collettore (depuratore delle acque), proseguire e realizzare gli intenti del contratto di fiume da parte dei comuni limitrofi al corso d’acqua.
  • Falda
Le acque bresciane hanno subito contaminazioni acute da siti cittadini (Baratti, due pozzi Villaggio Sereno) e della Valtrompia. L’acqua della falda è risultata inquinata da cromo esavalente che ha effetti tossici e cancerogeni. Più in dettaglio:
PROBLEMA/RISCHIO: inquinamento suolo/utilizzo di acqua potabile di scarso pregio, concimi azotati/diminuzione della vivibilità degli spazi cittadini; scarichi industriali/inquinamento da cromo esavalente, solventi clorurati.
Rischi rilevanti da: Caffaro/inquinamento da tetracloruro di carbonio e in zona profonda anche da diossine PCB e DDT, mercurio, arsenico e piombo; Ve-Part/percolato e inquinamento da rifiuti tossico nocivi; Ex-cava Piccinelli, inquinamento di radioattività fa cesio 137.
PROPOSTA: Mappatura dei siti profondi contaminati; raccolta capillare e diffusione di tutti i dati; pubblicizzazione continua dei dati relativi ai parametri di qualità dell’acqua distribuita; eventuali provvedimenti restrittivi al consumo/bonifica sito contaminato e messa in sicurezza delle discariche (ex Piccinelli e Ve-Part); separazione dell’utilizzo delle acque per alimentazione, sanitaria e industriale; monitoraggio scarichi industriali; tenuta in sicurezza della falda sotto la Caffaro; chiusura dei pozzi più inquinanti.

QUALITA’ DELL’ARIA

PROBLEMA/RISCHIO: disturbi e malattie respiratorie, aumento della coagulabilità del sangue che genera problemi cardiovascolari. Brescia e la Pianura padana sono le zone più critiche d’Italia per la insalubrità dell’aria. Continuano a costituire un rischio per la qualità dell’aria e soprattutto per la salute dei cittadini le polveri fini (PM10 e PM2,5), gli ossidi di azoto e l’ozono che ogni anno raggiungono concentrazioni superiori alla soglia stabilita dalla legge.
PROPOSTA: Brescia deve uscire da una logica emergenziale abbandonando la linea di adottare solo misure tampone per risolvere gli sforamenti dei limiti di legge. La qualità dell’aria richiede interventi urgenti e risolutivi affrontati con maggiore sistematicità, con un piano d’azione di tutela e risanamento di lungo periodo attraverso il supporto di una struttura tecnica di coordinamento.
Le fonti principali di inquinamento, prodotto principalmente dall’uso di combustibili fossili,  sono: i processi industriali e di produzione di energia, il riscaldamento domestico ed il traffico veicolare. Questi sono quindi i settori su cui bisogna intervenire:
Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) più severe per i siti produttivi e le centrali elettriche, politiche di efficienza energetica sugli edifici, diffusione di fonti rinnovabili e pulite per la produzione di energia e per il riscaldamento delle abitazioni, una mobilità nuova incentrata sul trasporto pubblico locale e la mobilità dolce. Servono interventi strutturali di lungo periodo a livello di bacino oltre che locali che coinvolgono tutti i settori che contribuiscono all’innalzamento degli inquinanti. Agire sugli stili di vita dei cittadini attraverso un’attenta e mirata educazione a comportamenti meno impattanti.

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